Ancora oggi ci si imbatte in fantasiose discussioni sul famigerato soffio di bocca e sulla sua capacità di scompigliare le rosate o peggio creare grappoli di pallini. Se un tempo con i caricamenti tradizionali questo inconveniente costituiva un serio problema, oggi con la moderna componentistica è del tutto superato. Prima però bisogna capire da quale processo di balistica interna scaturisce tale fenomeno. La polvere da sparo, una volta accesa all'interno della cartuccia, si trasforma in massa gassosa incandescente. Tale massa è più o meno voluminosa a seconda della progressività o vivacità della polvere stessa. Il volume del gas necessita di uno spazio maggiore rispetto a quello occupato originariamente dal propellente. Il suo rapido aumento volumetrico, genera un picco pressorio che si scarica radialmente all'interno della cartuccia. Le spesse pareti della culatta e della camera di scoppio, contengono questo fenomeno espansivo, costringendo la massa gassosa ad esercitare tutta la pressione sulla colonna costituita dal borraggio e dalla carica di piombo (principio della camera a parete mobile).
Questa spinta si trasforma in energia meccanica, la quale forza la chiusura della cartuccia (sbossolamento) e lancia la colonna a grande velocità (400 m/s). La spinta della massa gassosa non si esaurisce nella camera di scoppio, ma prosegue lungo tutta la canna, fino al vivo di volata. Una volta uscita, dalla canna, tende ad assumere una forma di nuvola affungata, in base a delle variabili che vedremo in un secondo momento.
domenica 30 ottobre 2016
giovedì 18 febbraio 2016
La deformazione dei pallini
La deformazione dei pallini è la principale causa di ferimenti o abbattimenti non puliti della selvaggina. Questa stringente correlazione è ignorata dai più, e la minore lesività del piombo viene spiegata con la formulazione di bizzarre teorie da termopolio.
Anche una minima perdita di sfericità, comporta la perdita di velocità ed energia residua. Non è da trascurare poi l'incapacità del pallino mal messo, nel mantenere la rotta prestabilita.
La perdita di sfericità dei pallini riguarda solo gli assetti caricati con borre prive di contenitore, ed è direttamente proporzionale al diminuire delle volumetrie interne di canna e strozzatura. Più il passaggio è angusto, più la colonna di piombo si allungherà, porgendo una maggiore superficie di contatto soggetta a deformazione per attrito contro le pareti della canna.
Una volta uscita dalla volata, la colonna di piombo assumerà una conformazione specifica, in relazione al grado di strozzatura utilizzato. Per semplificazione, parleremo dei due gradi estremi di strozzatura. Con la strozzatura Cilindrica, si avrà un affungamento, ovvero il piombo resterà inizialmente compattato e tenderà ad espandersi orizzontalmente, portando in periferia i pallini deformati. Con la strozzatura Full, si otterrà una distensione verticale, creando uno sciame stretto e lungo, con commistione di pallini deformati e non.
Come si può facilmente notare, la conformazione dello sciame di pallini è totalmente diversa. Nel primo caso è evidente una celere progressione del fenomeno dispersivo dei pallini, che genera una rosata ampia e ben guarnita in poche decine di metri. I pallini deformati saranno quelli più esterni e arretrati. Nel secondo caso invece, lo sciame prosegue raccolto sull'asse verticale, con la sola eccezione dei pallini deformati, che tendono a distaccarsi in maniera disordinata e casuale. La prima rosata ha una portata utile media di 25 metri, la seconda di 35 metri. Personalmente ritengo inutile l'uso di borre prive di contenitore, in seguito vi spiegherò il perché.
mercoledì 17 febbraio 2016
La borre plastiche
L'impiego del polietilene a bassa densità per la produzione della nuova generazione di borre plastiche, ha garantito costanza di rendimento e il massimo delle prestazioni balistiche. Con le nuove borre si è eliminato totalmente il borraggio tradizionale, riducendo tempi e costi di caricamento. E' venuta meno la "sudditanza" ai fattori climatici, come umidità e variazioni di temperatura. Anche i problemi di tenuta dei gas, sono stati completamente risolti. L'attuale produzione di borre plastiche si divide in due macro categorie: le borre biorientabili e le borre contenitore. Le prime sono caratterizzate da un monopezzo, che assolve sia la funzione di contenimento dei gas che di ammortizzatore. Vengono impiegate nel caricamento di quella tipologia di cartucce, che prima utilizzava il borraggio in feltro/sughero, replicandone il comportamento ma non i difetti ad eccezione della deformazione dei pallini. Le seconde invece, sono dotate di petali a frammentazione programmata, lungo il perimetro superiore della borra. La funzione dei petali è quella di preservare i pallini dalla deformazione, dovuta allo sfregamento lungo la canna e nelle strozzature. Più avanti affronteremo le differenze tipologiche tra borre, il compito che sono chiamate ad assolvere e come devono essere correttamente caricate.
www.gualandi.it
"L'introduzione dei componenti in plastica ha determinato un rapido progresso della cartuccia a pallini per prestazioni balistiche, costanza di rendimento, resistenza agli effetti negativi delle avverse condizioni climatiche." A. Granelli (Polveri, Dosi e Cartucce)
www.gualandi.it
venerdì 5 febbraio 2016
La prima rivoluzione
L'impiego del borraggio tradizionale nella ricarica, creava più problemi che benefici. La scarsa capacità di tenuta dei gas e l'eccessiva sensibilità agli agenti atmosferici, spesso non garantiva una corretta accensione della polvere. I gas incandescenti poi, superando il feltro o il sughero, potevano causare la fusione dei pallini in grappoli o quanto meno scompigliare la rosata. L'introduzione del borraggio plastico, ha segnato il momento di transizione alla cartuccia moderna. La borra Coppetta Bior della Gualandi, ha sostituito i vari cartoncini e borre soprapolvere, garantendo una perfetta tenuta dei gas e risolvendo i problemi di cui sopra. Il borraggio tradizionale, è stato così relegato a svolgere la mera funzione di ammortizzatore della carica di piombo. Ancora oggi vengono creati assetti con la commistione di borre tradizionali e plastiche, malgrado il procedimento sia molto laborioso e non presenti nessun vantaggio balistico rispetto alle cartucce di moderna concezione. Sono la gioia dei nostalgici vintage, che le adoperano nella caccia alla stanziale o a beccacce.
"Le borre in plastica introducono variazioni notevoli nel comportamento di una carica, in quanto provocano una "vivacizzazione" della polvere modificandone le caratteristiche di combustione ....." A. Granelli (Polveri, Dosi e Cartucce)
martedì 2 febbraio 2016
Introduzione
Al giorno d'oggi è sempre più facile attingere notizie sulla ricarica, grazie alla diffusione in rete di forum e social ad essa dedicati. Ma con la stessa facilità, ci si può imbattere in presunti e auto dichiarati esperti, tiratori di piattello di bassa caratura che si ergono a professori con cacciatori e ricaricatori, commercianti travestiti da utenti e tanto altro ancora. Purtroppo il grande Granelli non è più presente tra noi, per mettere alla berlina questo variegato mondo, fatto di approssimazione, ignoranza e mania di protagonismo. Le sue opere sono introvabili e chi le possiede, le studia e le conserva gelosamente. La caccia e la balistica ormai sono vittime di mode commerciali, messe in opera per movimentare un mercato fermo e in forte riduzione. Scioccamente chiediamo all'oste se il suo vino è buono e ancora più stupidamente siamo disposti a credergli. Canne che "non uccidono", piombo caldo e freddo, fattori climatici, congiunzioni astrali sfavorevoli e giorni nefasti. Queste sono le principali argomentazioni per spiegare un fenomeno banalissimo, ovvero una cartuccia caricata male! Ebbene si, il fulcro della questione è proprio la cartuccia, croce e delizia di ogni Cacciatore.
"L'impiego di cartucce con carica di piombo relativamente bassa, nei confronti del calibro del fucile, si va estendendo .... come la servile obbedienza di molti cacciatori allo moda e all'abitudine di questo periodo storico." A. Granelli (Polveri, Dosi e Cartucce)
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